Ecuador 2

Pubblicato da Giant Trees Foundation il 1 Aprile 2019
Articolo

Abbiamo fatto una festa per salutare gli amici prima di partire per questa spedizione. 

Incontrarli, parlare davanti a un bicchiere di vino, abbracciarci. 

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Sentire l'aspettativa, il calore, l'affetto e la curiosità dei tuoi amici ti rende ancora più voglioso di partire. 

"Ma non avete paura dei ragni, dei serpenti o delle rane velenose?"

"Ogni mattina, quando prendi l'auto, penso tu corra pericoli più grandi" Ma mentre rispondo così, ridendo a che mi chiede, so benissimo che non sarà una passeggiata. E' quasi un anno che prepariamo questo viaggio. Una vera e propria spedizione nel cuore della foresta amazzonica. Come gli esploratori del '700, con gli Indios che ci apriranno il sentiero con i loro macetes e ci porteranno all'interno dell'anima del Sud America e al cuore verde e pulsante del Mondo. Una foresta vergine, ancora incontaminata, dove i giaguari e l'anaconda sono i dominatori assoluti, i caimani attendono nel fango del Rio Napo e serpenti arboricoli si contendono gli anfratti tra i rami con le rane e gli scorpioni. 90% di umidità, 30° Celsius di emdia, qualche pioggia torrenziale sul far del pomeriggio, zanzare portatrici di dengue e malaria assieme a formiche giganti dal veleno anche mortale. "Chi te lo fa fare?" "Ancora non sappiamo nulla, o molto poco, della vita oltre i 50 metri, sui rami della foresta pluviale. Molte specie di animali, epifite, funghi sono ancora da scoprire. Ma lo stesso intreccio dei rami, la capacità di spingersi in alto di alcune specie arboree, la loro inusitata complessità, è totalmente inesplorata. E poi... deteniamo il primato dell'albero più alto del Sud America, una Gyranthera caribensis di quasi 64 metri, che abbiamo scoperto e misurato in Venezuela nel 2015. Ma i primati sono fatti per essere superati e secondo me ci sono alberi più alti in quel continente straordinario. Ci piacerebbe trovarli".

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Quando dico queste frasi il mio animo vibra.

Paura, emozione, voglia di scoperta, di mettersi alla prova? Non so.

Sicuramente per me le spedizioni nelle varie foreste del mondo sono sempre state un enorme arricchimento e approfondimento del mio animo. Un'avventura straordinaria fuori e dentro di me. Forse in verità è proprio questo che cerco. Sono un esploratore. Di chiome. Di emozioni. Di vita. Di natura. Non mi ritengo affatto un grande esperto. Anzi. Ma penso di essere un attento osservatore. E a volte questo è molto più importante. E mi piace scoprire. Direttamente. Senza dover leggere sui libri. Come fai a capire se sai annusare l'acqua, se percepisci la foglia che si muove, lo strisciare alle tue spalle del serpente, o l'occhio attento di un animale nascosto che ti guarda? Non lo impari dai libri. Come fai a conoscere un albero se non lo scali con rispetto e amore, come quando assapori il profumo della donna che stai baciando? Non lo apprendi dalle foto. Ci devi andare. Io ci devo andare. Le mie mani devono sentire la corteccia dell'albero gigante, i miei occhi lo devono guardare, il mio naso lo deve sentire. Lui deve percepire il mio desiderio e lasciarsi avvicinare. Se lo vorrà, lasciarsi scalare, fino a raggiungere il suo ultimo ramo silenzioso. Affinché i nostri cuori si bacino. Affinché io diventi albero e lui uomo. Io ci devo andare. Finché avrò forza animo e spirito. Sui rami più alti. Per capire l'essenza della vita. Di quel miracolo che passa attraverso la fotosintesi. Esseri che accolgono la luce e la donano gratuitamente a noi. In una forma a noi disponibile e comprensibile. L'albero è l'essere più generoso che io conosca.

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