Il progetto di riforestazione del Villaggio di Abono Gebriel

Pubblicato da Giant Trees Foundation il 25 Gennaio 2022
Progetto
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Il progetto di Riforestazione del Villaggio di Abono Gebriel

A cura di Giant Trees Foundation, Time For Africa e Gruppo Missione Alem

Nel 2020 abbiamo iniziato un lungo e ambizioso progetto. Contribuire nella creazione della grande muraglia verde Africana per contrastare l’avanzare del deserto e contribuire a contrastare i cambiamenti climatici. Durante il nostro operare abbiamo incontrato due organizzazioni cha sono molto attive nel continente Africano, in particolare in Etiopia. Time for Africa (TFA) e Gruppo Missione Alem (GMA) si sono uniti assieme a Giant Trees Foundation per portare avanti un progetto di riforestazione di un’area desertica situata vicino al Villagio di Abono Gebriel, situato a 100 km circa dalla capitale dell’Etiopia Addis Abeba. La conoscenza degli alberi di GTF e la conoscenza dei luoghi e della società Etiopia degli altri due partner ha fatto sì che quest’idea si concretizzasse in un progetto della durata di un anno con l’obiettivo principale di contribuire alla riforestazione come previsto dai programmi di sviluppo sostenibile dell'Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile.

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Per far fronte alla crisi climatica,

il governo etiope, nel 2019, ha avviato un progetto nazionale di riforestazione con l'obiettivo di mitigare i cambiamenti climatici e contrastare in questo modo il processo di desertificazione. Questa iniziativa ha sollecitato le comunità locali nell'intraprendere programmi di riforestazione locale per mitigare l'impatto negativo della siccità e recuperare terreni aridi e incolti. Anche le aree vicino al nostro Villaggio non sono state esenti dalla siccità e desertificazione. Questa zona, per favorire lo sviluppo della zootecnia ha subito un forte processo di degrado a seguito del disboscamento eccessivo che ha compromesso non solo l'allevamento locale, ma anche la produzione agricola locale.

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L’obiettivo di questo progetto è di riabilitare anche l'area di Abono Gebriel per proseguire nel lavoro di recupero e riforestazione, avviato nel 2013, che fino ad ora ha consentito di recuperare 12 ettari di terreno degradato trasformati in area agricola e forestale. Il progetto ha previsto la prosecuzione del lavoro di recupero e trasformazione dell'area degradata attraverso l'impianto  di circa 15 mila piante autoctone, appositamente fatte crescere e selezionate, in modo tale da recuperare ulteriori cinque ettari di terreno, permettendo contemporaneamente l'implementazione delle attività agricole locali.

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Dall'inizio del progetto ad oggi è stato fatto molto

 Sono state eseguite tutte le operazioni necessarie per mettere a dimora le varie specie di alberi sui 5 ettari di attuale steppa desertica, sono state predisposte le buche, creati i canali di irrigazione, predisposti i gabbioni antierosione, iniziata la recinzione ed infine sono state piantate le oltre  7.000 piante. Le principali specie utilizzate sono varie specie autoctone di Acacie, Casuarina, Delonix , Grevillea, Dovjalis, Olea, Podocarpus e molti altri arbusti. La maggior parte dei lavori sono stati effettuati nei mesi tra aprile e maggio 2021, perché da giugno a settembre sull’altipiano Etiopico è la stagione delle grandi piogge e le attività all’aperto subiscono naturali rallentamenti. Ad ottobre è stata ultimata la recinzione dell’area in modo da garantire una protezione dagli animali. Sempre in questo periodo sono stati preparati e sistemati ulteriori  gabbioni con pietre necessari per evitare l’erosione del suolo durante la stagione delle piogge, essendo una parte dell’area su una zona collinare. Un momento molto importante del progetto è stata la formazione di persone del villaggio (30 donne e 27 uomini) tramite la Farmer Managed Natural Regeneration activities della diocesi di Maki. In Etiopia i lavori nei campi sono fatti dagli uomini, ma sono le donne che vanno a raccogliere la legna per fare il fuoco per cucinare, quindi è stato molto più importante educare le donne per spiegare loro quale legname possono raccogliere e come bisogna salvaguardare gli alberi per il loro benessere e per il futuro loro e dei propri figli. Molto è stato fatto grazie all’operato di GMA Shashamane che assieme alla diocesi di Meki ha organizzato i lavori di impianto e ripristino dell’area.

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Non tutto è oro (o clorofilla) quel che luccica. Ci sono stati anche alcune problematiche che hanno rallentato il progetto. Le maggiori criticità, come ben si può comprendere sono state legate alla pandemia da covid-19  e alla guerra civile tutt'ora in corso. Le principali problematiche in questo senso sono state dovuto all'impossibilità di effettuare alcune delle missioni di viaggio sul luogo a causa delle restrizioni sui viaggi internazionali. Riuscire a coordinare il personale dei partner di progetto per effettuare dei voli verso l'Etiopia non è stato semplice proprio perché le normative in materia di viaggi all'estero in periodo di pandemia spesso cambiavano in tempi brevi e non sempre si è potuto rioganizzare i viaggi in tempo utile. Ad aggiungere ulteriori difficoltà è stata l'attuale situazione socio-politica Etiope che con l'innesco di una guerra civile scoppiata nel novembre del 2020 nella regione del Tigray ha causato perfino il richiamo dei nostri connazionali dal Paese da parte della Farnesina. Infatti il 2 novembre 2021 è stato proclamato lo stato di emergenza nazionale a seguito dell'intensificarsi del conflitto in alcune aree del paese e con tali problematiche si è dovuto giocoforza annullare alcuni viaggi per seguire i lavori presso il  villaggio oggetto di riforestazione proprio per tutelare la sicurezza dei nostri tutor e insegnanti coinvolti nel progetto. Questa situazione ha causato inevitabilmente delle modifiche per quanto riguarda lo svolgimento del progetto e per l'organizzazione dello stesso.

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In ogni caso è stato ed è un progetto 

di estremo interesse per la GTF e molto gratificante per tutti quelli che vi hanno collaborato. Il nostro partner GMA è riuscito a effettuare a visitare i luoghi oggetto di intervento e a controllare e visionare i lavori. In Friuli abbiamo anche già realizzato cinque giornate divulgative sui risultati di questo progetto e sull'importanza della Grande Cintura Verde Africana: due presso la sede della Giant Trees Foundation (a marzo e a dicembre), due durante le Forest Summer School e una presentazione al convegno tecnico scientifico  "L’albero dopo" che si è svolto durante il Tree Art Festival lo scorso settembre. A breve comunque faremo un'ulteriore serata per raccontare l'esito finale del progetto, le sue ripercussioni nella vita del villaggio e i nostri progetti futuri in Africa.

Progetto finanziato dalla Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia, con il contributo della L.R. 19/2000