Il Re di Riofreddo

Pubblicato da Giant Trees Foundation il 13 Luglio 2020
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Era molto tempo

che nessuno più sapeva che fine avesse fatto

Era ancora vivo?

Da troppi anni non dava notizie di sé. Qualcuno diceva averlo visto. Ma nessuno ne era sicuro.

Il Re era salito sul monte quasi 300 anni fa insieme ai suoi fidi cavalieri e alla sua splendida Dama, per ridare vita a quella vallata fredda e priva di alberi dove gli uomini non potevano vivere senza risorsa alcuna.

Il tempo era passato e nessuno sapeva dove fossero andati ma improvviso era nato uno splendido torrente e pian piano la vallata si era coperta di alberi di ogni tipo. Gli uomini erano risaliti nella valle. Dove un tempo c’era fame e miseria erano cresciute piccole case ai piedi della foresta, vicino al gelato ruscello.

Boscaioli e cacciatori avevano trovato di che vivere e rispettosi avevano cresciuto famiglie.

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Ma del re più nessuno sapeva.

Più volte avevo vagato alla sua ricerca

tra i boschi e le ripide vallate, sulla base dei ricordi dei vecchi o delle antiche leggende. 

Del Re nessuna traccia. Morto o nascosto tra gli alti larici non potevo sapere.

Eppure qualcosa mi diceva di cercare ancora. Salii allora per impervi abbandonati e sconosciuti sentieri assieme al mio fido lupo e a due conoscitori dei luoghi, deciso a trovarlo. Camminammo a lungo, fino alle poderose sorgenti del rio gelato. Più su ancora mughi, faggi e larici abbarbicati alle ripide pareti dei monti. Contro il cielo intravidi uno scettro verde svettare sulla cresta sopra di noi. Abbandonai i compagni quasi correndo attraversando veloce il bosco. Ero certo. Era là. Ansimando, improvviso lo vidi. Il Re. Il Re della Foresta Millenaria. Solitario, imponente e austero. Mi avvicinai piano, vidi il suo abito intrecciato di ruvida corteccia e antichi rami, perlati di aghi verde scuro. Poco distante stava la Dama nel suo vestito bianco argentato e attorno quattro spettacolari Cavalieri facevano guardia brillando al sole con i loro acuminati rami. Mi inchinai attonito davanti alla piccola corte preso da profondo stupore frammisto a immensa gioia. 

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Fu allora che il Re parlò

“Pochi hanno avuto l’onore di conoscere il mio castello

Ma tutti possono godere del paesaggio creato con amore da tutti i miei sudditi e figli. Lascia in pace questo maniero e torna alle tue terre, antico cercatore. Racconta a tutti cosa un vero Re può costruire con tempo e amore ma anche quanto tutta questa meraviglia può essere fragile senza il dovuto rispetto

Lasciammo la dimora del Re guardando con occhi nuovi tutti gli alberi attorno, immensi abeti, faggi contorti, verdognoli larici dai rossi fusti. Migliaia di alberi che avevano cambiato la valle tra le gelide acque che ribollivano cantando.

Uscimmo dalla Valle densi di un respiro profondo. Avevamo trovato il Re. Il Re si era rivelato a noi. E avevamo capito. Ci girammo verso il monte ormai lontano. E salutammo per una volta ancora la piccola corte di quel grande regno.

“Addio Cavalieri, Addio cinerea Dama, Addio gran Re di Riofreddo e dell’immensa Foresta Millenaria”.