I 100 Giganti di Dordolla -2

Pubblicato da Giant Trees Foundation il 3 Maggio 2021
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I 100 Giganti di Dordolla - 2

di Andrea Maroè

Lungo il sentiero 425, attraverso il bosco profumato e dopo 150 metri di salita trovo il bivio che cercavo. Un cartello infisso su un albero mi avvisa che passerò dai normali segni bianco-rossi dei sentieri CAI a un segnale rotondo blu con centro bianco e subito il sentiero si fa più stretto e meno battuto, ma comunque sempre ben evidenziato. I cani subito si gettano in avanscoperta. Su un piccolo spiazzo erboso, quasi nascoste, due antiche case, quella deserta conserva ancora l’aria semplice ed austera della fatica; l’altra, ancora abitata, sorride tra i gerani sgargianti dei suoi balconi. Il sentiero sale attorcigliandosi tra le rocce, le radici e qualche bava di acqua che sgorga da antiche ferite del monte Vault.

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I cani sono impazienti, quasi sapessero chi stiamo andando a cercare.

A nessuno ho parlato dei 100 Giganti di Dordolla che avevo incontrato anni addietro, ma forse i cani hanno letto i miei pensieri.


 E’ possibile che anche a loro incontrare i Giganti possa creare una tremante emozione? Oppure, molto più semplicemente, l’odore delle loro immense braccia che si innalzano ad afferrare le nubi li spaventa e li innervosisce ? Cammino immerso tra questi pensieri, mentre il mio legno di frassino non emette più alcun rumore quando batte sul suolo e anche i miei passi sono improvvisamente divenuti afoni e leggeri.

Riconosco il sentiero che porta diritto al centro del grande consesso ma non voglio trovarmi improvvisamente immerso tra gli enormi piedi dei Silvantropi di Dordolla sbucando non atteso, tra i loro enormi piedi legnosi. Oramai sono molto vicino.

Li annuso anche io come i miei cani e, abbandonando il sentiero mi butto sulla destra e faccio un giro più largo verso est, nel bosco pulito, dove i loro cugini alberi crescono sereni. Mi dirigo verso gli Stavoli Vuadet compiendo un largo anello, silenzioso e attento, nel bosco che tuttavia, ormai ha percepito la mia presenza e sa di me. 

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Ed ecco. 

Dall’alto li intravedo.

 Il mastodontico capo è seduto vicino all’abbeveratoio, leggermente discosto dagli altri suoi 100 fratelli, che in cerchio per anni han difeso il grande prato, le sue bestie e gli antichi pastori. Rimiro da lontano i grandi corpi dei guerrieri giganti, che avevano stabilito un indissolubile accordo di protezione con gli abitanti di Dordolla. Penso a quante vite son passate per quelle case oggi diroccate, quanti amori, quanti drammi hanno visto e conservato gelosamente tra i loro rami, quanto pazienti son stati e quanto fedeli al loro compito. Gli uomini li hanno abbandonati a se stessi. 

Ma loro son rimati a difendere il grande prato.