La Sequoia del Palladio

Pubblicato da Giant Trees Foundation il 15 Febbraio 2020
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Questa pianta era una delle più alte d'Italia,

raggiungendo i 49 metri di altezza già nel 1978

La sua forma è molto particolare perché a poca distanza dal fusto principale sono cresciuti nel tempo due grossi polloni radicali, e altri più piccoli si stanno facendo spazio, creando quasi un piccolo bosco. Questa specie è infatti una delle poche conifere in grado di emettere polloni, e sfrutta questa sua capacità per difendersi dai fulmini e dagli incendi, ricreando, a volte completamente, la parte aerea direttamente dall’apparato radicale. In effetti anche su questo gigante i fulmini si sono accaniti colpendolo per almeno tre, quattro volte nel corso di pochi anni.

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Tutta la parte più alta della chioma

si è quindi disseccata e ha dovuto essere asportata

cimando la pianta a 21 metri di altezza con uno dei primi interventi eseguiti in tree-climbing nella nostra regione. Sono stati però selezionati già allora due piccoli rami con funzione di cime di sostituzione, sono stati raddrizzati, portandoli sulla verticale con idonei tutori ed è stato posizionato un impianto antifulmine direttamente sull' albero. Nell’ottica di ricreare il clima umido e nebbioso della foresta californiana da dove queste piante arrivano, è stato anche installato un sistema aereo di microirrigatori che sono serviti anche per trattamenti antiparassitari e di concimazione fogliare. Questi interventi ancor oggi sono molto rari e costituiscono dei casi pilota studiati da vari esperti a livello mondiale. La pianta, nonostante le gravi ferite, ha comunque reagito con vigore agli interventi e le nuove cime oggi sono cresciute di oltre di dodici metri a quasi vent'anni dalla prima operazione.