La Vecja di Fossalta

Pubblicato da Giant Trees Foundation il 14 Giugno 2018
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Trent’anni fa non avrei mai creduto che la mia vista sarebbe stata intimamente legata a questa pianta.

Quando l'ho vista per la prima volta mi aveva subito affascinato. Il tronco come zampa di elefante, avvolto su sé stesso come una corda che si irrigidisce per restare in piedi, completamente cavo, tanto che si poteva scalare dall'interno. La chioma arruffata che faceva da contraltare alla chiesetta di Sant'Antonio. La sua monumentalità era stata riconosciuta con apposito decreto già negli anni '60. Uno dei primi alberi monumentali d'Italia. Era la quercia di Fossalta di Portogruaro.(clicca e guarda il video: https://www.youtube.com/watch?v=VqIWTa1-Kl8)

Quasi 700 anni di vita. Allora giravo l'Italia curando alberi, ed ero il primo agronomo "volante" che lavorava sugli alberi con la tecnica del treeclimbing. Un matto per molti colleghi, un sognatore per altri. Quando per la prima volta cominciai a lavorare sulla quercia di Fossalta alcuni anni dopo ero quasi emozionato. La Vecja, così la chiamano gli abitanti di Villanova di Fossalta, cominciava già a stregarmi. Da allora, pur se con alterne vicende legate alle varie sensibilità delle amministrazioni comunali che si sono susseguite nella gestione di questo esemplare monumentale, ho continuato ad occuparmi di questa vecchia signora.

In venticinque anni ha perso alcuni rami, ha continuato a torcersi sotto il peso delle sue vecchiaia ultracentenaria, ha subito l'attacco di coleotteri roditori del legno (xilofagi e saproxilici) e di funghi agenti di carie, di oidio sulle foglie e di afidi sui rametti, ma siamo riusciti, con perseveranza e tenacia a fargli riprendere vigore e speranza. La vecchia signora da alcuni anni ha una vegetazione lussureggiante e di un bel verde brillante, ma purtroppo, poco si può fare per la sua struttura biomeccanica oramai quasi completamente degradata.

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E' come una nonnina bella arzilla, vivace di intelletto e con gli occhi attenti, che ti parla di mondi passati e di saggezze antiche, che con le sue mani, grinzose e gentili ti prepara il caffè, ma lo vedi da lontano che fa fatica a tenersi sulle sue gambe oramai stanche e con le ossa gracili e delicate. Così la "mia" vecchia quercia, mi accoglie tra i suoi rami, mi parla e mi sussurra, e, come una mia vecchia zia, ogni volta che la vedo mi ricorda, un pò triste ma anche serena per una vita vissuta con estrema dignità e pregna di amore e incontri importanti, che si avvicina comunque alla fine dei suoi giorni. La guardi, la vecchina, e cerchi di aiutarla, senza invadere troppo la sua intimità e la sua suscettibilità. Ma non sai mai, ogni volta che la lasci, se sarà l'ultima volta che la vedi.